Frugale nell'utilizzo e ossessivo nella custodia, Michelangelo conservò le sue carte per decenni, per poi decidere di riciclare i fogli riscrivendo e ridisegnando su di essi, fino a destinarli al fuoco in due momenti cruciali e ben documentati della sua vita. Questo corpus di documenti casualmente sopravvissuti rappresenta il più complesso e stratificato archivio della sua memoria, lo specchio fedele del rapido fluire di gesti e pensieri, e la chiave d’accesso agli aspetti più intimi e idiosincratici del suo modo di interagire con persone e cose. Moltissimi suoi fogli mostrano segni di riuso nel tempo: a volte la distanza cronologica tra scritte, disegni e ricordi presenti nello stesso foglio è breve e corrisponde a un flusso di lavoro concentrato nel tempo, in altri casi il riuso del supporto è avvenuto dopo anni o, persino, decenni. In questa sezione si sono voluti osservare tre casi particolarmente interessanti e che vanno anche a rappresentare tre diverse tipologie caratterizzate da scritte su disegni, da disegni su scritte e infine da disegni su disegni.